Una traccia machiavelliana nelle pagine del Quijote
Abstract
Tra le pieghe dello straordinario percorso del Quijote si trova un passaggio la cui ascendenza risale a Machiavelli. C’è poi da riflettere sull’origine di quelle righe divertite e incisive, per cercar di capire se Cervantes abbia proprio letto le pagine del Principe, oppure se sia pervenuto per via indiretta alle idee che lì espone. Appunto per misurare il grado di curiosità e di competenza da parte di Cervantes in fatto di lingua e di scrittori italiani, si getta qui uno sguardo sulla sua familiarità con il filone irriverente e burlesco della letteratura «toscana» del ‘500. D’altro canto, la traccia machiavelliana che si trova nel Quijote, documenta l’interesse per Machiavelli e per le sue idee, ma non fa di Cervantes un «machiavellico». Nemmeno si può dire che egli sia orientato contro le idee del Fiorentino in virtù di un’opposizione morale o teologica. La distanza tra i due nasce piuttosto dal fatto che Cervantes —come Montaigne— è tra i grandi fondatori di una nuova dimensione del moderno, che si lascia alle spalle le certezze antropocentriche del Rinascimento, mentre fa emergere una diversa immagine dell’uomo: si fa strada infatti, fino ad occupare il primo piano, l’interiorità della dimensione privata, secondo una prospettiva ben diversa da quel primato dell’uomo pubblico che è nota dominante nelle opere machiavellianeParole chiave
Machiavelli, Cervantes, Montaigne, primato dell’uomo pubblico, nascita del privatoPubblicato
2010-11-02
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